
Social Wine manifesto
Il vino buono non ostacola l’Oste
Il ruolo dell’Oste è quello di educatore e guida del gusto: deve potersi esprimere tramite i vini che propone e non può essere incastrato da logiche commerciali che privilegiano acquisti di massa e vini omologati.
Il vino buono è sempre frutto del migliore rapporto qualità/prezzo.
Il vino buono è onesto e non fa male
Il vino buono rispetta l’equilibrio del suolo ed è prodotto nella maniera più naturale possibile.
È qualità della materia prima, dell’ambiente, dei rapporti umani.
E’ un vino quotidiano, non dà mal di testa e fa venire voglia di stappare un’altra bottiglia.
Il vino buono è fare festa
Il vino buono stimola i sensi e la connessione con sé stessi e gli altri: la vita scorre, l’atmosfera cambia, si fa festa.
Il vino buono è mangiare e bere bene insieme, fare l’amore, godere della vita.
Il vino buono mette in discussione il sistema
Il vino buono è ogni volta unico, autentico, è espressione del Vignaiolo che non si piega alle logiche del mercato.
Il vino buono non segue dinamiche competitive a discapito dell’altro, ma è collaborazione tra natura, Vignaiolo e Oste, perché gli interessi di uno sono gli interessi dell’altro.
Il vino buono prescinde da disciplinari, premi e denominazioni che non tutelano chi fa bene le cose e favoriscono industria e produttività.
Il vino buono è necessario
per cambiare le cose.
C’è bisogno del vino buono
perché l’Oste torni padrone delle sue scelte;
perché il Vignaiolo possa produrre un vino che lo rappresenti davvero;
perché la natura mantenga il suo equilibrio;
perché le persone tornino a stare bene insieme.